“Occhi che non vedono: le automobili” (Le Corbusier)
Celebre frase di un uomo illuminato che ha spinto sulla modernità e il progresso dell'architettura.
Un uomo che ha reso etico e poetico il cemento armato e ha fatto della razionalità una religione.
“Occhi che non vedono...”
Nonostante fosse giunto a soluzioni tecniche ora in parte superate, il messaggio che ha lanciato è ancora incredibilmente valido. Valido perché ti spinge ad osservare. Osservare con attenzione, osservare la globalità.
Occhi che non vedono... le conseguenze!
La crescita smisurata e asimmetrica del mondo moderno spesso ci impedisce di capire le conseguenze delle nostre azioni. Le conseguenze ricadono spesso su qualcosa che è molto lontano da noi, così molte volte non riusciamo a vederle. Anche se il percorso è lungo però, il danno che abbiamo creato piano piano ritorna a noi.
Un piccolo esempio.
L'acqua è vita. Senza acqua non possiamo vivere, lo sappiamo tutti.
Ma, da dove arriva l'acqua che esce dal rubinetto? Come ci arriva? Che fine fa dopo l'uso? Dove va, e soprattutto, come RITORNA a noi?
Non ci pensiamo quasi mai, ma la nostra coscienza dell'acqua-vita spesso si esaurisce al buco dello scarico dove magicamente scompare. Abbiamo una vaga idea di alcuni pozzi e tubature che la portano chissà dove, ma poi non sappiamo esattamente dove finisca.
L'acqua che sporchiamo è la stessa che prima o poi tornerà nelle nostre case. Certo verrà depurata, ma quanta energia, quanto tempo, quanti passaggi, quanta strumentazione ci costa? E depurata cosa vuol dire? L'acqua è potabile, cioè accettabile, non “pura”... E il ciclo continua e continua...